La morte sogna di sommare previdenza sociale, previdenza aggiuntiva e andarsene in pensione,
La morte, lucciola bionda, impara qualcosa da chiunque tocchi,
La morte non gradisce l’idea di trasferirsi in campagna,
La morte dice a Cüneyt ho visto tuo padre sta bene e ti bacia..
Poeta, organizzatore di scambi internazionali di poesia, traduttore, e anche ingegnere: il quarantatreenne Gökçenur Ç (abbreviazione che si pronuncia Ce) è uno dei lirici turchi più attivi e originali del panorama contemporanea. Sua è per esempio la poesia Maschera antigas, occhialini, antiacido e latte (l’equipaggiamento necessario per difendersi dai gas lacrimogeni della polizia), scritta „a caldo“ durante le proteste di Gezi park, pubblicata in tedesco dall’editore binooki.
E in italiano? Trovare poesia turca contemporanea ben tradotta – e soprattutto tradotta direttamente dall’originale (molto diffusa infatti è la prassi di tradurre da traduzioni) non è cosa facile. Un ottimo posto dove informarsi e trovare ottime versioni in italiano di molti lirici turchi contemporanei è il blog defterpoesiaturca (www.defterposiaturca.wordpress.com) di Nicola Verderame, dottorando in cultura ottomana a Berlino ed esperto di lingua e letteratura turca.
È lui l’autore delle traduzioni di Ç, già presenti sul suo blog, che ci ha gentilmente concesso di ripubblicare qui. Godetevele.
Maschera antigas, occhialini, antiacido e latte
Quella mattina ti sei svegliato presto
E prima di dare uno sguardo ai giornali
Prima ancora di toccare il cellulare
Sei uscito in strada con una gioia insolita.
Pane caldo, burro, omelette con salame e the
Amore in un letto già disfatto
Prima della siesta.
Tutto era puro
Tutto era tranquillo
Tutto era perfetto
E intatto nella tua mente
Finchè quel gabbiano
Si posa sull’inferriata del balcone
Ti punta gli occhi addosso ed emette un hǣrrrǩĥ!
Poi hai scritto un sacco di poesie,
Pubblicato tre libri, ti sei rilassato.
Hai quattordici versi in testa, ancora non scritti.
Ma ancora non sai dove usare questa parola:
Hǣrrrǩĥ! dovrei dirlo più spesso che ti amo, non importa che tu lo senta o no
hǣrrrǩĥ! ho cancellato gli sms venuti dalla nebbia senza leggerli, fallo anche tu
hǣrrrǩĥ! se non riesci a dormire vuol dire che un poeta ti sogna sveglia
hǣrrrǩĥ! l’estate è arrivata, l’estate dello sciacallo Celebi, si deve brindare
hǣrrrǩĥ! ci asfissiano come insetti a Gezi Park
hǣrrrǩĥ! il cielo prevede la pioggia o la intuisce, ma questo all’estate non va chiesto
hǣrrrǩĥ! eri una telefonata di mattina presto a cui non ho risposto.
hǣrrrǩĥ! hai lasciato sul mio tavolo una matita rosicchiata e senza punta, ma non oso temperarla
hǣrrrǩĥ! mi hai gridato, la pioggia si stringeva a quel suono, le gocce non cadevano più ma mi volavano incontro
hǣrrrǩĥ! quella notte abbiamo dormito in posti diversi, ma sognando di imparare l’ebraico insieme
hǣrrrǩĥ! le cose pensate non sono poesia – informazione confermata, questo il messaggio da un numero sconosciuto
hǣrrrǩĥ! la solitudine mi brucia dentro, colpisce tutti, prendine nota e non dimenticarlo
hǣrrrǩĥ! i tuoi grandi denti, le lentiggini, gli occhi brillanti, gli orecchi concavi, i capelli setosi
hǣrrrǩĥ! sposami, ho tutto: maschera antigas, occhialini, antiacido e latte
Sei lontana dal tuo paese, e io sono là
Sei lontana dal tuo paese, e io sono là
ogni giorno che passa la mia poesia
somiglia a lettere smarrite dalle poste:
Ti sei addormentata sul lungo sofà color banana,
lo chignon disfatto, gli occhiali sul punto di scivolarti dalle dita,
i resti di quattro o cinque mele nel piatto,
il pettine usato come segnalibro,
una copertina blu di Prussia sulle ginocchia,
forse sogni una scena teatrale con vecchie voci:
Sei in casa nostra, tua madre non è ancora impazzita,
mio fratello non è ancora stato coscritto
Zeki Müren canta alla radio
“Adesso sei lontano”
tra un minuto interrompendo la canzone annunceranno
che le forze armate hanno preso il controllo
per la sicurezza e la salvezza nazionale,
fra un minuto dirai “devo andare via”
“non posso venire, perché il turco…”
Avrai visto quest’opera mille volte,
ma quando sarai sul punto di svegliarti in un bagno di sudore
noterai un telegramma stropicciato sul grammofono:
../non svegliarti../:vento/ stop
cadere foglia secca../’sul tuo seno
come mie notizie../ stop
Sei lontana dal tuo paese immerso nel caos
io sono vivo, per il momento, e
innamorato, dubbioso e immune alle separazioni
Il link del blog defterpoesiaturca dove potete trovarle è questo: http://defterpoesiaturca.wordpress.com/tag/gokcenur-c/